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MARINA DI SANT'ELMO

Calata dei Mercedari
09125 Cagliari (CA) - Sardegna



Orari

Orari Apertura:
Tutti i giorni 8:00 - 24:00


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Informazioni

Marina di Sant’Elmo - Posti barca noleggio Cagliari

La Marina di Sant'Elmo è un Marina Resort, situato nel Porto di Cagliari, crocevia per la navigazione sia mercantile che da diporto del Mediterraneo.
Attiva da più di 15 anni, offre un ormeggio sicuro, in quanto protetta da diversi elementi strutturali che vanno a lenire gli effetti dei venti dominanti.
La Marina è capace di offrire circa 300 posti e l'accesso da terra è delimitato in tutto il suo perimetro da recinzione; monitorata da sistema di videosorveglianza operativo 24 ore su 24.
Il personale parla inglese e francese. La Marina è classificata come porto cardioprotetto: dispone infatti di personale qualificato per interventi tramite defibrillatore in casi di emergenza in mare o a terra.
La Marina dispone di un'area scoperta di circa 10.000 mq dove vengono ricoverate, manutenzionate e riparate imbarcazioni con dislocamento fino alle 30 tonnellate.

News Events & Topics


Specials & Offers


  • Noleggio Imbarcazioni

  • Cantieristica e Rimessaggio

News Events & Topics


La Marina di Sant’Elmo si trova in posizione privilegiata, poco distante dal centro di Cagliari, per visitare comodamente la città.


La Marina è dotata di defibrillatore per qualsiasi emergenza.


La Marina di Sant'Elmo è affiliata alle più importanti associazione di categoria, nazionali ed internazionali, garantendo un elevato standard di qualità e professionalità dei servizi che offre.

Services


Servizi


La marina offre servizi di manutenzione e carenaggio nel porto di Cagliari su scafi di tutti i materiali.


Possibilità di alaggio e varo di imbarcazioni fino a 30 tonnellate.


Ampio piazzale per il carenaggio delle imbarcazioni per poter eseguire la manutenzione necessaria.


Servizio di riparazioni di ogni tipo di scafo, di tutti i materiali.


Il personale qualificato esegue manuntenzione e riparazione sia su impianti elettrici che meccanici.


La Marina è protetta h24 da un servizio di guardiania specializzato.


E' disponibile un servizio di lavaggio ed asciugatura del bucato per gli ospiti della Marina.


Personale qualificato e dedicato alle operazioni di ormeggio dei natanti.


Per qualsiasi evenienza tecnica sono a disposizione sommozzatori qualificati.


E' a disposizione degli ospiti un servizio di ritiro dei rifiuti quotidiano.


Negli uffici i diportisti possono avere tutte le informazioni sul meteo e sulle condizioni dei mari e dei venti.


Un'ampia area recintata è a disposizione per il rimessaggio a terra fino a 30 tonnellate.


Possibilità di noleggio imbarcazioni per godere del mare della Sardegna.


Lo staff della Marina è a disposizione per accompagnare i diportisti al posto barca, su richiesta.


Possibilità di affittare una casa galleggiante ormeggiata a Marina di Sant'Elmo. Piccola ma funzionale, in posizione comoda per il centro e a pochi km dalla spiaggia del Poetto, raggiungibili facilmente anche grazie alle biciclette in dotazione.
Il servizio è molto utile se si ha la barca in riparazione.


La marina dispone di un comodo scivolo carrellabile per il varo di piccole imbarcazioni.



Approfondimenti


Lo scrittore latino Solino narra nella sua opera De Mirabilus Mundi che la città di Caralis venne fondata dall'eroe Aristeo, figlio del dio Apollo e della ninfa Cirene, giunto in Sardegna dalla Beozia. Le prime tracce di insediamento nel territorio dell'attuale cagliaritano risalgono al 6000 - 4000 a.C. e provengono dalla grotta di Sant'Elia. La civiltà nuragica, che in Sardegna vede la luce a partire dalla prima metà del II millennio a.C. , è scarsamente rappresentata a Cagliari, probabilmente anche a causa del fatto che eventuali tracce sono state via via sommerse dalle tante "Caralis" e "Cagliari" che si succedettero nelle epoche successive. Krly o Karel sorse come emporio o stazione commerciale intorno al X secolo a.C. quando i navigatori fenici incominciarono a frequentare la zona del golfo degli Angeli. Krly divenne romana nel 238 a.C. quando la Sardegna venne occupata dall'esercito di Tiberio Sempronio Gracco. L'odierna città di Cagliari trae le sue origini dal trasferimento del suo cuore politico e religioso e militare nella rocca fortificata di Castel di Castro, edificata da un gruppo dai mercanti pisani nel 1216/17. La città era delimitata da possenti mura coadiuvate dalle torri dell'Elefante (edificata nel 1306/07) e di San Pancrazio (costruita nel 1304/05) che sovrastavano i rispettivi accessi di porta dell'Elefante e porta di San Pancrazio a cui si aggiungevano la controporta del Leone e la porta dell'Aquila. Il Quartiere fortificato della Marina costituiva il collegamento fra il quartiere Castello propriamente detto e il porto di La Pola, localizzato nel punto dove oggi si trova la Via Roma.


Il porto fino all'unità d'Italia, era piccolo e separato dalla Via San Francesco da Paola (attuale via Roma) e quindi dalla città mediante delle mura. Con i lavori di fine ottocento, si allontanò la riva del porto dal quartiere Marina e vennero installati il molo della Darsena e quello Sanità (quest'ultimo ha preso il nome dal preesistente palazzetto chiamato Sanità, dentro il quale si controllavano le merci e gli animali arrivati in città, per contrastare il pericolo del diffondersi di epidemie). Dopo i pesanti bombardamenti che Cagliari subì nel 1943 (soprattutto il 28 febbraio), il porto era distrutto in varie parti, fra le quali la piccola stazione marittima. Così nel dopoguerra si decise di ampliare la zona portuale e si prese ulteriormente zona di mare, si ingrandirono i moli, e per fare una nuova carreggiata si demolì la Dogana. La Via Roma, la via principale del lungo porto, continua tuttoggi a rappresentare una delle passeggiate cagliaritane più frequentata, mantenendo il fascino archittetonico del tardo ottocento, fatta eccezzione per la presenza del palazzo moderno sede del Consiglio Regionale della Sardegna, sorto sulle macerie di palazzi storici caduti sotto il bombardamento dell'ultima guerra.
Il Porto di Cagliari "oggi" è contenuto dalle due dighe foranee di levante e di ponente e si sviluppa da est dall'area definita "Su Siccu" per arrivare alla parte centrale e più antica di Via Roma e terminare nell'area di ponente dove è stata dislocata l'area peschereccia. C'è un'altra area, quella moderna, situata ad ovest oltre la diga di ponente e lo stagno di Santa Gilla, definita Porto canale di Cagliari, destinata ad attività commerciale ed industriale.


Art.1 - Oggetto
Il presente Regolamento ha per oggetto le norme di comportamento che vincolano tutti coloro che utilizzano la concessione demaniale, le infrastrutture e i beni relativi assentiti alla Marina di Sant’Elmo S.r.l (di seguito denominata Società) operante in località “Su Siccu” – ex Darsena del Sale - dalla Autorità Portuale di Cagliari essenzialmente per attività di approdo turistico, rimessaggio a terra e relativi servizi.

Art. 2 - Ambito di Applicazione
Il presente Regolamento vincola tutti coloro che a qualsiasi titolo utilizzano ormeggi, banchine, beni e infrastrutture ricadenti negli ambiti demaniali marittimi assentiti in concessione o che prestano la loro opera nell'ambito portuale.
La Società provvede a dare pubblicità alle prescrizioni in esso contenute mediante affissione del presente Regolamento nei locali della Direzione.
La Società si riserva di integrare e/o modificare il presente Regolamento per effetto di obiettive esigenze organizzative e gestionali non emerse o previste al momento della sua redazione iniziale. Si evidenzia che l’ultima versione valida è quella affissa nei locali della Direzione.

Art. 3 - Responsabilità ed Obblighi
I soggetti indicati all' Art. 2 sono tenuti alla stretta osservanza, delle norme del presente Regolamento e delle disposizioni impartite dalla Società, nonché della Legge, delle norme di regime amministrativo delle navi, doganale, di polizia, di sicurezza, e sono responsabili, sia penalmente che civilmente, delle infrazioni commesse ed, in particolare, per i danneggiamenti provocati ad altre unità e/o strutture per causa di forza maggiore, da avverse condizioni meteo marine, da precario ormeggio e da ogni altra causa.
Essi devono mettere in atto tutti i dispositivi idonei a proteggere le cose di loro proprietà da furti, danneggiamenti e simili.
Ogni utente deve essere in regola con la copertura assicurativa obbligatoria; la Società può disporre accertamenti in merito, segnalando le trasgressioni alle Autorità competenti.
La Società non risponde di eventuali furti, danneggiamenti, incendi, nonchè di ogni danno a persone o cose, che si dovessero verificare negli ambiti demaniali marittimi concessi, delle zone finitime, di gavitelli esterni ed a bordo delle unità da diporto.

Art.4 - Direzione
La Direzione del porto è affidata alla Società che la eserciterà a mezzo dei suoi legali rappresentanti, e/o da personale che potrà essere incaricato dai medesimi per singoli atti o tipologie oppure per mandato circoscritto nel tempo.

Art.5 - Guardiania
La Società si riserva di disporre, anche indirettamente, servizi di sorveglianza all’interno degli ambiti demaniali marittimi concessi anche attivando o consentendo l’attivazione di sistemi di videosorveglianza con eventuale registrazione delle immagini.

Art.6 - Sanzioni
A prescindere da eventuali autonomi provvedimenti dell' Autorità competente la Società, nella sua qualifica di esercente le funzioni di Direzione, e quale unico soggetto concessionario, adotta i provvedimenti di sua competenza necessari a garantire l’osservanza del presente Regolamento e delle norme vigenti.
Nei confronti degli inadempienti potrà adottare il provvedimento di sospensione dell’uso del posto barca ferma ogni azione di Legge.

Art.7 - Combustibili e Relativa Prevenzione Rischi
Il rifornimento deve avvenire solo attraverso gli impianti delle stazioni di servizio fisse ed autorizzate. Sulle unità in sosta il combustibile può essere tenuto solo negli appositi serbatoi fissi a norma di Legge; nessun altro recipiente contenente combustibili deve essere lasciato a bordo.
E' fatto obbligo ai possessori di unità con motore a benzina di assicurarsi della dispersione dei vapori prima dell'avviamento.
I compartimenti di bordo contenenti bombole di gas liquido devono essere adeguatamente areati; quando si lascia l’unità da diporto le bombole devono essere chiuse.
Le dotazioni antincendio e gli impianti elettrici di bordo devono essere tenuti in perfetto stato di efficienza e manutenzione.
Tutte le unità che entrano nell’approdo devono essere in perfetta efficienza per la sicurezza dello stazionamento ed essere in regola con la normativa vigente anche in materia di sicurezza. In caso di incendio, il responsabile dell’unità interessata dovrà impiegare immediatamente i mezzi antincendio di bordo o comunque disponibili, provvedendo nel contempo ed il più rapidamente possibile ad inviare gli opportuni allarmi.

Art. 8 - Divieti
Nell’ambito delle aree e degli specchi acquei concessi è vietato, in particolare:

- L’accesso agli estranei ai moli ed ai pontili di ormeggio, escluso ospiti e/o parenti accompagnati dal proprietario dell’unità da diporto;
- Depositare o manipolare combustibili o comunque sostanze infiammabili;
- Utilizzare sistemi di connessione alle colonne erogatrici di servizi non adeguati alla vigente normativa;
- Occupare superfici e pontili con imbarcazioni, fuoribordo, attrezzi, materiali o cose;
- Disperdere immondizia o sostanze inquinanti anche attraverso lo scarico dei reflui di bordo;
- Effettuare balneazione ed immersioni, stazionare con le unità fuori dagli appositi spazi, oltre qualsiasi attività incompatibile con la sicurezza e le esigenze dell’approdo;
- Lavare le unità con detergenti non biologici;
- L’uso non giustificato di acqua;
- Lasciare fuoribordo natanti di servizio o altro.

Art. 9 - Lavori alle Unità da Diporto e Operazioni Varie
Chiunque intenda eseguire interventi manutentivi, riparativi od altro alle unità da diporto ed alle loro dotazioni, all’interno delle aree di cui all’art. 1, deve obbligatoriamente richiedere a propria cura e spese l' intervento di Ditte indicate dalla Società .
Ogni operazione di varo, alaggio, rimessaggio deve essere richiesta alla Direzione che si riserva di effettuarla, direttamente o indirettamente, a spese del committente.

Art.10 - Assegnazione ed Uso Posti Barca
L’assegnazione dei posti barca avviene appena questi si rendono disponibili ed è strettamente personale.
Le misure delle unità ammesse non devono superare come lunghezza e larghezza quelle previste per le categorie dei relativi posti barca. Le misure dichiarate dal richiedente all’atto della assegnazione dei posti barca devono essere intese in lunghezza e larghezza secondo la dicitura “fuori tutto”. Non sono ammessi limiti di tolleranza.
L’assegnazione dei posti barca e l’esercizio dei diritti conseguenti – compresi quelli riferiti alla durata contrattuale del rapporto di uso dello stesso posto barca, normalmente della durata di anni 1, salvo proroga, ed eventuali eccezioni per motivate più brevi vigenze contrattuali - è strettamente dipendente dalle misure suindicate dichiarate che la Direzione si riserva di verificare in tempi anche successivi e comunque quando lo ritenga opportuno.
La proprietà dell’imbarcazione ed i dati relativi alla stessa sono rilevati dai documenti di Legge della medesima, per i natanti il titolo di proprietà ed i dati degli stessi dovranno essere corredati da idoneo documento.
E' fatto obbligo, al proprietario dell'unità da diporto, di presentare alla Società fotocopia di documento di identità in corso di validità e del certificato di attribuzione del numero di codice fiscale.
Il posto barca può essere variato a discrezione della Direzione in caso che la variazione sia dettata da motivi di sicurezza, il costo della operazione sarà a carico del proprietario dell’unità da diporto.
Le unità da diporto che ormeggiano senza titolo possono essere rimossi a rischio e spese dei proprietari; la loro restituzione è subordinata al pagamento delle spese di ormeggio, rimozione, rimessaggio, risarcimento danni eventualmente causati ferma ogni azione di Legge.

Art. 11 - Posti in Transito
Le unità “in transito” in attesa di assegnazione di un posto di ormeggio, dovranno sostare fuori dall’approdo al fine di evitare situazioni di pericolo o di intralcio alle manovre, facendone preventiva richiesta alla Direzione.
L’utente in transito, appena ormeggiato nel posto assegnatoli, dovrà presentarsi con i documenti di Legge negli uffici della Direzione al fine di espletare le formalità di arrivo ed ottenere la fruizione dei servizi portuali, previo pagamento anticipato dei corrispettivi calcolati per l’intero periodo di sosta.

Art. 12 -Titolare di Posto Barca e Subentro
Non è consentito cedere o locare il posto barca assegnato.
La vendita della unità da diporto non dà diritto al compratore di subentrare nell’uso del posto barca.

Art. 13 - Modalità di manovra e di ormeggio
Nell’ ambito dell’ approdo la velocità massima consentita è di 3 nodi.
Tutte le manovre eseguite all’interno dell’approdo devono essere finalizzate esclusivamente all’ingresso o all’uscita dal medesimo e dovranno essere eseguite in maniera da non intralciare gli specchi acquei e, comunque, nella massima salvaguardia della incolumità di persone e cose. In caso di avverse condizioni meteo marine e/o quando la Direzione lo ritenga opportuno le unità da diporto avranno, in base all’attuale disponibilità del servizio, l’ausilio di un’ormeggiatore/rimorchiatore con addebito all’utente del costo relativo.
Tutte le unità devono utilizzare solo ed esclusivamente le attrezzature di ormeggio predisposte dalla Società;
I proprietari delle unità da diporto restano responsabili di ogni danno che alle stesse venga arrecato.
I cavi di nylon autoaffondanti (“trappe”), predisposti dalla Società, devono essere impiegati solo per mettere in forza il corpo morto. E’ vietato avvolgerli alle bitte e alle gallocce di bordo. Ogni utente assicurerà agli anelli del pontile idonei cavi di ormeggio (non forniti dalla Società), e solo questi ultimi verranno assicurati alle sistemazioni di bordo.
Ogni utente è responsabile della sicurezza della propria imbarcazione con riferimento al molo in cui essa è ormeggiata; pertanto egli è obbligato a proteggerla anche con adeguati e sufficienti parabordi.
Non è consentito di utilizzare come parabordi strumenti non realizzati esclusivamente per detta funzione.
Alle unità a vela che restano ferme in porto, inoltre, è fatto obbligo di legare le drizze delle manovre correnti.
In caso di mancata osservanza dei suindicati obblighi la Direzione potrà sollecitare gli occupanti l’imbarcazione ad eseguirli; in loro assenza la stessa potrà eseguirli addebitando al proprietario il costo relativo.

Art 14 - Accesso ai Posti Barca a Terra
Al fine di rendere più efficaci i servizi di cui agli Artt. 5, 7, 8 e 9 la Direzione regola l’accesso alle unità da diporto rimessate determinando modi e orari per le sole persone autorizzate.
Le unità non dovranno contenere beni facilmente asportabili.

Art. 15 - Servizi
I servizi sono destinati agli assegnatari dei posti barca, ai loro familiari ed ospiti. L’accesso e la fruizione degli stessi da parte di terzi deve essere autorizzata dalla Direzione. A ciascuna unità ormeggiata spetta, nelle apposite colonnine presenti nei pontili, il prelievo di acqua (non garantita per uso potabile) e l’erogazione di energia elettrica.
L’erogazione dei servizi potrebbe subire interruzioni per esigenze funzionali, di sicurezza o per causa indipendente dalla volontà della Società.


La Marina è costituita da cinque pontili galleggianti e da una banchina, per un totale complessivo di oltre un chilometro di attracco, capace di offrire circa 300 posti barca. Gli ormeggi sono dotati di 63 colonnine eroganti acqua potabile e corrente elettrica fino a 12 Kw.
La Marina di Sant’Elmo è protetta da diversi elementi strutturali (diga Foranea, Pennello Sant'Elmo) che vanno a lenire gli effetti delle raffiche di vento, specialmente dei venti dominanti di WNW (ponente – Maestrale): nei momenti di massima intensità (circa 70 knots), nei punti più esposti, tali fattori riducono l’altezza dell’onda del 50%, mentre nei punti meno esposti (circa il 70% della superficie complessiva della Marina), gli effetti sono pressoché nulli.

Video

Rotta per l’approdo

Photos


La Marina di Sant’Elmo con i suoi 300 posti barca e gli elementi strutturali che la proteggono dai venti dominanti offre un ormeggio comodo e sicuro per i natanti da diporto.
La posizione privilegiata a pochi passi dal centro di Cagliari offre la possibilità di visitare comodamente la città godendo di tutti i servizi a disposizione dei soci.

Meteo

Location


La Marina si trova nel porto turistico di Cagliari, poco distante dal centro e dalle più importanti attrazioni della città. Garantisce tranquillità durante le ore notturne e facile accesso a tutti i servizi.

To Visit


DI ETÀ FENICIO-PUNICA
La necropoli di Tuvixeddu è la più grande necropoli punica ancora esistente[3]. Si estende all'interno della città di Cagliari, su tutto il colle omonimo, ed è compresa fra il rione cresciuto lungo il viale Sant'Avendrace e quello di via Is Maglias. L'area archeologica è molto vasta, originariamente essa insisteva su di una superficie di circa 80 ettari che dalla laguna di Santa Gilla si estendeva fino a Via Is Maglias e da Viale Sant'Avendrace fino a viale Merello.
Il nome tuvixeddu significa "colle dei piccoli fori", dal termine sardo tuvu per "cavità", "vuoto", "buco", dovuto proprio alla presenza delle numerose tombe scavate nella roccia calcarea.


DI ETÀ BIZANTINA E GIUDICALE
La basilica di San Saturnino o di San Saturno (intitolata anche ai santi Cosma e Damiano) è la chiesa più antica di Cagliari, dedicata al patrono della città. Si trova nel quartiere Villanova, in piazza San Cosimo. La chiesa e l'adiacente necropoli, che si estende anche sotto la vicina chiesa di San Lucifero, è uno dei più importanti e antichi complessi paleocristiani della Sardegna.
La chiesa di San Lorenzo, intitolata anche a san Pancrazio e alla Madonna del Buon Cammino, è una chiesa medievale di Cagliari. Il piccolo tempio si trova sulla cima del colle di Buon Cammino ed è raggiungibile praticando una salita che, dal viale omonimo, conduce allo spiazzo panoramico dove prospetta la chiesa. Nella chiesa la Messa è di norma officiata la domenica mattina e il 10 agosto, in occasione della festa del titolare. Fa parte della parrocchia della Cattedrale di Cagliari.
La chiesa medievale di San Pietro dei Pescatori è un edificio religioso situato a Cagliari, nel quartiere Stampace. Il monumento si affaccia in un piccolo cortile, accessibile dal viale Trieste, confinante con la ferrovia.
La chiesa sorge in un'area utilizzata come necropoli in età paleocristiana, come attestano le lapidi con iscrizioni funerarie, databili tra il V e il VI secolo, rinvenute in zona e oggi conservate nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.


DI ETÀ BIZANTINA E GIUDICALE
La chiesa di San Lorenzo, intitolata anche a san Pancrazio e alla Madonna del Buon Cammino, è una chiesa medievale di Cagliari. Il piccolo tempio si trova sulla cima del colle di Buon Cammino ed è raggiungibile praticando una salita che, dal viale omonimo, conduce allo spiazzo panoramico dove prospetta la chiesa. Nella chiesa la Messa è di norma officiata la domenica mattina e il 10 agosto, in occasione della festa del titolare. Fa parte della parrocchia della Cattedrale di Cagliari.
La chiesa, con l'originaria intitolazione a sanctum Brancasium (san Pancrazio, da cui deriva anche il nome della vicina torre), è documentata dal 1263, ma gli studiosi fanno risalire l'erezione della fabbrica, in stile romanico, al primo quarto del XII secolo. In età spagnola la chiesa ricevette l'intitolazione alla Madonna del Buen Camino, segno beneaugurale per coloro che vi entravano a pregare prima di intraprendere un viaggio, sorgendo la chiesa appena fuori le mura della città. Infine, nel XVIII secolo, si aggiunse l'intitolazione al martire san Lorenzo. Proprio al '700 risalgono gli ampliamenti e i rimaneggiamenti che hanno portato alla conformazione dell'attuale edificio.


DI ETÀ BIZANTINA E GIUDICALE
La chiesa medievale di San Pietro dei Pescatori è un edificio religioso situato a Cagliari, nel quartiere Stampace. Il monumento si affaccia in un piccolo cortile, accessibile dal viale Trieste, confinante con la ferrovia.
La chiesa sorge in un'area utilizzata come necropoli in età paleocristiana, come attestano le lapidi con iscrizioni funerarie, databili tra il V e il VI secolo, rinvenute in zona e oggi conservate nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.
Il titolo Sancti Petri de Piscatori risulta tra i possedimenti dei monaci benedettini dell'abazia di San Vittore di Marsiglia dal 1089, quando la chiesa venne loro donata dal giudice di Cagliari Costantino Salusio II de Lacon-Gunale. Il tempio, in stile romanico - gotico, venne edificato tra l'XI e il XIII secolo con la partecipazione di maestranze lombarde e toscane. In epoca moderna l'interno è stato oggetto di rifacimenti.
La facciata, in pietra calcarea, è a capanna, divisa in tre specchi tramite quattro lesene a fascio. Al centro si apre il portale, architravato, con arco a tutto sesto, sormontato da un finestrone ad arco ogivale. Il semplice interno è a navata unica, con copertura lignea a capriate e abside semicircolare orientata.
La chiesa è affidata al Gremio dei pescatori, associazione storicamente legata al tempio e al vicino stagno di Santa Gilla, che in giugno organizza i festeggiamenti in onore di san Pietro apostolo.


DI ETÀ PISANA
La cattedrale di Santa Maria Assunta e di Santa Cecilia è il principale luogo di culto di Cagliari, chiesa madre dell'omonima arcidiocesi metropolitana e parrocchiale del quartiere storico Castello.
La chiesa si presenta come un connubio di diversi stili artistici e custodisce sette secoli di memorie storiche della città di Cagliari. Costruita nel corso del duecento, in stile romanico pisano, venne elevata al rango di cattedrale nel 1258. Quando Cagliari fu capitale del regno di Sardegna, al suo interno prestavano giuramento i rappresentanti dei tre stamenti (bracci del parlamento sardo). Nel corso del seicento e del settecento il tempio fu rinnovato secondo i canoni dello stile barocco. Negli anni trenta del novecento venne innalzata l'attuale facciata in stile neoromanico, ispirata al prospetto del duomo di Pisa.


DI ETÀ PISANA
La torre dell'Elefante è la seconda torre medievale più alta di Cagliari, dopo la torre di San Pancrazio.
L'edificio, uno dei monumenti più importanti della città, si trova nel quartiere Castello al fianco della chiesa di San Giuseppe ed è raggiungibile dalla via Santa Croce, dalla via Università e dal Cammino Nuovo. La visita al monumento consente di ammirare vasti panorami della città e del circondario.
La torre venne costruita nel 1307, su ordine dei consoli pisani Giovanni De Vecchi e Giovanni Cinquini, dall'architetto sardo Giovanni Capula, che due anni prima aveva edificato la gemella torre di San Pancrazio. Progettò anche una terza torre, la torre del Leone, recentemente rinominata torre dell'Aquila, ed incorporata nel palazzo Boyl poiché venne gravemente danneggiata nel 1708 dai bombardamenti inglesi, nel 1717 dai cannoni spagnoli e infine nel 1793 dall'attacco da parte dei francesi durante il quale perse la sua parte superiore.


DI ETÀ PISANA
La torre di San Pancrazio (in lingua sarda: sa turri de Santu Francau), costruita durante la dominazione pisana (1258-1326), è la torre più alta di Cagliari. L'edificio, uno dei simboli della città (tanto che le torrette nel palazzo civico di via Roma sono state ispirate proprio dalle due due torri pisane), si trova nel punto più alto di Castello, a fianco del palazzo delle Seziate, ed è raggiungibile dalla via Indipendenza, dal viale Buoncammino tramite la Porta Cristina, e da via Ubaldo Badas tramite la porta di San Pancrazio. La visita al monumento consente di ammirare vasti panorami della città e del circondario.
La torre venne costruita nel 1305, sotto richiesta da parte dei Pisani, dall'architetto sardo Giovanni Capula, che progettò anche la torre dell'Elefante, edificata due anni dopo. Capula progettò anche una terza torre, la torre del Leone, da poco rinominata torre dell'Aquila, ed incorporata nel palazzo Boyl poiché venne in parte distrutta nel 1708 dai bombardamenti inglesi, nel 1717 dalle cannonate spagnole e infine nel 1793 dall'attacco da parte dei francesi durante il quale perse la sua parte superiore.


DI ETÀ PISANA
La torre dell'Aquila o più correttamente torre del Leone è una delle torri edificate dai pisani durante il XIV secolo nell'allora rocca di Castel di Castro, oggi quartiere Castello di Cagliari. a torre dell'Aquila (originariamente torre del Leone) venne progettata dall'architetto sardo-pisano Giovanni Capula, già autore dei progetti della torre dell'Elefante e di San Pancrazio, e venne costruita intorno ai primi del Trecento quando, a seguito dell'infeudazione del Regno di Sardegna agli aragonesi nel 1297, i pisani, temendo l'attacco iberico (che avvenne nel 1324) , diedero inizio ai lavori per il potenziamento delle fortificazioni di Cagliari. Il nome è dovuto ad una scultura di rapace scolpita nella grande porta situata nella parte bassa della torre che permetteva l'ingresso in Castello.


DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Il santuario di Nostra Signora di Bonaria è un complesso religioso della città di Cagliari situato in piazza Bonaria, in cima al colle omonimo.
Santuario mariano più importante della Sardegna per la Chiesa cattolica, è costituito da una chiesa piccola (il vero e proprio "santuario", di origini trecentesche) a cui si affianca un tempio più grande, elevato alla dignità di basilica minore da Pio XI nel 1926.Il santuario della Vergine di Bonaria è officiato dai padri mercedari, che abitano l'adiacente convento, ed è sede parrocchiale del quartiere di Bonaria.
Il santuario, primo esempio di architettura gotico-catalana in Sardegna, sorge sul colle di Bonaria, nel luogo (allora detto di Bonaire, cioè "buona aria") in cui il re Alfonso d'Aragona, nel 1324, aveva fatto costruire un castello fortificato per conquistare il Castello di Cagliari, roccaforte dei Pisani.
Nel 1335 il re donò la chiesa ai frati dell'Ordine di Santa Maria della Mercede, che vi costruirono un convento, che ancora abitano.


DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Il palazzo Regio, detto anche Viceregio, è uno storico edificio di Cagliari, antica residenza del rappresentante del re durante le dominazioni aragonese, spagnola e sabauda e attualmente sede della Prefettura e della Città metropolitana di Cagliari. Si trova in piazza Palazzo, nel quartiere Castello.
Il palazzo ha origini trecentesche e divenne sede del viceré dal 1337, per volere di Pietro IV d'Aragona. Nel corso dei secoli l'edificio subi diverse modifiche e ampliamenti. Particolarmente significativi furono i restauri settecenteschi; nel 1730, ad opera degli ingegneri piemontesi de Guibert e de Vincenti fu realizzato lo scalone d'onore che conduce al piano nobile, le cui sale furono restaurate nel 1735 dal della Vallea. La facciata ovest, col portale principale in asse con lo scalone, venne sistemata entro il 1769, come si evince dall'iscrizione posta sulla lunetta della porta finestra che si apre sul balcone centrale.


DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
L'antico o ex Palazzo di Città è uno storico edificio di Cagliari, sede municipale della città dal medioevo fino ai primi anni del XX secolo. Si trova in piazza Palazzo, nel quartiere Castello. Il palazzo ospita la mostra, in esposizione permanente, del Fondo Etnografico Manconi Passino, del Fondo Ceramico della Collezione Ingrao e del Fondo d'Arte Sacra della Collezione Ingrao; è inoltre sede di rappresentanza del sindaco di Cagliari.
Le origini del palazzo risalgono al XIV secolo; nel 1331 infatti le autorità aragonesi concessero l'area dove sorgeva la lotgiam regalem (eretta forse durante la dominazione pisana) ai consiglieri della città, affinché vi edificassero un palazzo per tenervi le loro sedute. L'aspetto attuale dell'ex municipio si deve però alle ristrutturazioni settecentesche, che lo trasformarono secondo il gusto del barocchetto piemontese.


DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
La chiesa del Santo Sepolcro è un luogo di culto cattolico di Cagliari; si trova nell'omonima piazza, nel quartiere Marina, vicino alla chiesa di Sant'Antonio e all'annesso complesso dell'ex ospedale.
La fondazione del tempio, secondo il Triumpho de los Santos del Reyno de Cerdeña (1635) di Dionigi Bonfant, sarebbe da attribuire ai Cavalieri Templari, che l'avrebbero edificata come cappella del loro monastero. Tale notizia, riportata anche da Giovanni Spano, non è però considerata attendibile dagli studiosi moderni.


DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Il complesso monumentale di San Michele è composto dalla chiesa monumentale barocca e dall'ex residenza, un tempo noviziato gesuitico nella città di Cagliari; tra la via Azuni e la via Ospedale, ed è officiata dai padri gesuiti. L'edificio sacro, per le sue linee architettoniche, per l'apparato decorativo e per le opere scultoree e pittoriche che custodisce, rappresenta la principale testimonianza di arte barocca in Sardegna. Annesso alla chiesa sorgeva l'ex Casa del noviziato dei gesuiti, dal 1848 Ospedale Militare, oggi Dipartimento Militare di Medicina Legale.


DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Santa Rosalia è una chiesa del centro storico di Cagliari, situata in via Torino, nel quartiere Marina. Il tempio, noto soprattutto per custodire la tomba di san Salvatore da Horta, è officiato dai Frati Minori che risiedono nell'adiacente convento.
Nel sito dell'attuale chiesa esisteva nel XV secolo un oratorio dedicato a santa Rosalia. Nel 1695, quando venne ceduto alla congregazione dei Siciliani, l'edificio fu ampliato. Nel 1740 la chiesa venne concessa ai Minori Osservanti, privi di sede dal 1718, anno della demolizione del convento di Santa Maria di Gesù (ubicato dove oggi si trova l'ex Manifattura tabacchi, nel viale Regina Margherita).
In vista dell'arrivo dei frati, la chiesa di Santa Rosalia, affiancata da un convento, fu sottoposta a nuovi lavori ad opera dell'architetto militare Augusto della Vallea, che trasformò il tempio in stile barocchetto piemontese. Nel 1758 la chiesa accolse le spoglie del beato Salvatore da Horta, qui traslate dalla chiesa di San Mauro.


DI ETÀ ARAGONESE E SPAGNOLA
Santa Restituta è un luogo di culto cattolico della città di Cagliari.
Si trova nel quartiere Stampace, salendo lungo la stretta via Sant'Efisio, che costeggia il fianco sinistro della parrocchiale di Sant'Anna.
La chiesa venne costruita nel XVII secolo grazie al lascito del protomedico del Regno di Sardegna, Salvatore Mostallino (morto nel 1636), su un vasto ambiente ipogeico, che oggi ne costituisce la cripta, visitabile; questo ambiente, utilizzato dai punici e dai romani, fu dai primi secoli del cristianesimo una chiesa rupestre. La tradizione popolare identifica nella cripta il luogo di prigionia e martirio di santa Restituta, madre di sant'Eusebio, vescovo di Vercelli.
L'edificazione della nuova chiesa rientrava nel clima di fermento religioso di quell'epoca in Sardegna: nel Seicento era viva la disputa tra gli arcivescovi di Cagliari e di Sassari, che si contendevano il titolo di primate di Sardegna e Corsica.


DI ETÀ SABAUDA
La chiesa di Sant'Efisio è un edificio religioso della città di Cagliari, fra le più importanti dal punto di vista religioso perché legata al culto del santo più venerato dai cagliaritani, il martire Efisio.
Si trova salendo lungo la stretta via Sant'Efisio, che costeggia il fianco sinistro della parrocchiale di Sant'Anna, nel cuore del quartiere Stampace, poco oltre la chiesa di Santa Restituta.
La chiesa di sant'Efisio, come quella poco lontana di santa Restituta, sorge su un ambiente ipogeico che la devozione popolare vorrebbe fosse il carcere dove fu imprigionato il santo, prima di essere tradotto presso la città di Nora (presso l'odierna Pula), per esservi decapitato.


DI ETÀ SABAUDA
La sua costruzione cominciò alla fine del XVIII secolo in stile barocco, per sostituire una precedente chiesa, di modeste dimensioni, risalente al XIII secolo. Gravemente danneggiata nel 1943 durante la seconda guerra mondiale, a causa dei bombardamenti, venne ricostruita nel dopoguerra.
La chiesa è legata a un noto modo di dire cagliaritano, Sa fabbrica de Sant'Anna ("La costruzione di Sant'Anna"), utilizzato sarcasticamente per etichettare un qualcosa di interminabile, paragonandolo alla lunghissima e travagliata vicenda costruttiva della parrocchiale di Stampace.


DI ETÀ ITALIANA
Il primo tentativo di creazione di un orto botanico a Cagliari risale all'impianto realizzato tra il 1752 ed il 1769 in un quartiere ad est del capoluogo sardo, Su Campu de Su Rei (in italiano il "campo del Re") nell'attuale quartiere Villanova, in un luogo che successivamente aveva mantenuto a lungo la denominazione di “Sa Butanica” (la botanica).
Nel 1820 nella valle di Palabanda, tra l'anfiteatro romano e la villa di Tigellio, fu individuato il terreno dove oggi sorge l'attuale orto botanico; questo fu realizzato, su progetto del prof. Giovanni Meloni Baylle, che si interessò anche dell'acquisto dei terreni idonei, con l'aiuto del ministro Giovanni Lanza.
I lavori di sterro e di allestimento dell'area, che era abbandonata ed adibita a discarica, iniziarono nel 1864, e durarono circa due anni. Fu inaugurato infatti il 15 novembre 1866 dal noto botanico Patrizio Gennari. Attorno al 1874 l'Orto poteva già mettere in commercio 193 piante diverse.


DI ETÀ ITALIANA
La realizzazione del monumento venne decisa dagli Stamenti nel 1827 allo scopo di onorare il sovrano, che aveva voluto i lavori di realizzazione della Strada Reale per collegare Cagliari a Porto Torres (l'attuale SS 131, chiamata anche la "Carlo Felice"). L'opera venne commissionata allo scultore sassarese Andrea Galassi, che realizzò a Roma la statua in gesso raffigurante Carlo Felice, la quale servì da modello per la statua bronzea, fusa nel Regio Arsenale di Cagliari sotto la supervisione dello stesso Galassi. L'opera, eseguita nel 1830, venne collocata nella piazza San Carlo (attuale piazza Yenne) solo nel 1860, completata dal basamento progettato da Gaetano Cima.


DI ETÀ ITALIANA
Sino alla fine del XIX secolo la sede comunale di Cagliari si trovava in Castello, nell'edificio oggi chiamato ex Palazzo di Città, in piazza Palazzo. Una riunione del consiglio comunale presieduto dal sindaco Ottone Bacaredda, in data 14 dicembre 1896, decretò il trasferimento del comune dall'antica alla nuova sede, ancora da costruirsi sulla via Roma, nell'area antistante il porto. Una volta scelto il progetto dopo un concorso nazionale, si procedette alla posa della prima pietra, il 14 aprile 1899 alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita di Savoia. Il palazzo venne inaugurato nel 1907. L'edificio non venne risparmiato dai bombardamenti del 1943, in seguito ai quali riportò gravi danni. Le opere di ricostruzione durarono dal 1946 al 1953.


Il sistema degli stagni di Molentargius e Quartu è compreso all'interno dell'area metropolitana dell'hinterland di Cagliari, immediatamente adiacente agli insediamenti urbani. È delimitato a nord dalla città di Quartu Sant'Elena e dagli insediamenti commerciali e industriali che formano la cintura di collegamento fra Cagliari e l'hinterland, a ovest e a sud da alcuni quartieri di Cagliari (San Benedetto, Genneruxi, La Palma, Quartiere del Sole, Poetto), a sud-est dalla striscia costiera del Poetto, a est dal Margine Rosso, quartiere periferico di Quartu Sant'Elena. Si raggiunge facilmente da tutte le direzioni attraverso la rete di strade a scorrimento veloce che innerva l'area metropolitana. Le migliori viste panoramiche si hanno dal Viale Europa sul colle di Monte Urpinu,dalla Sella del Diavolo, dal lungomare del Poetto e dal Viale Colombo di Quartu.

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Il Poetto (Poetu o Puetu in sardo) è la principale spiaggia di Cagliari che si estende per circa quattro chilometri, dalla Sella del Diavolo sino all'inizio litorale di Quartu Sant'Elena dove prende il nome di Cracangiola. La spiaggia nella sua estensione, che va da Marina Piccola a Margine Rosso, si sviluppa per circa sette chilometri e mezzo a cavallo fra il territorio di Cagliari e di Quartu Sant'Elena.
Il nome della spiaggia si pensa derivi da una torre aragonesedenominata "del Poeta", che si può osservare ancora oggi sopra la Sella del Diavolo. Un'altra ipotesi è che derivi dal catalano pohuet (pozzetto), in riferimento ai numerosi pozzi e cisterne per la conservazione dell'acqua piovana sparsi sulla Sella del Diavolo. Inoltre, verosimilmente, il termine potrebbe derivare dallo spagnolo puerto (“porto") a indicare l'approdo di Marina Piccola a ridosso della Sella del Diavolo. La località sarebbe stata chiamata dai cagliaritani pue(r)to o pue(r)tu, così come viene detta tuttora. Finita la dominazione spagnola, i piemontesi italianizzarono molti termini derivati dallo spagnolo e "puettu" diventò Poetto nella lingua del regno.
Prima del 1900 il Poetto era completamente nel comprensorio della città di Quartu Sant'Elena e non era particolarmente frequentato dai cagliaritani che preferivano il tratto occidentale del golfo, con le località di Sa Perdixedda e Giorgino. Fu nei primi decenni del ventesimo secolo che la popolazione incominciò ad apprezzare le bianche dune del Poetto e cominciarono a sorgere i primi stabilimenti balneari (il "Lido" e il "D'Aquila"), i chioschetti per i rinfreschi e durante il ventennio fascista una colonia estiva ubicata in una costruzione a tre piani sulla spiaggia (questa verrà poi trasformata in ospedale dopo la guerra e in seguito abbandonata). Imitando le prime cabine del Lido sorsero anche i casotti, colorate costruzioni in legno a metà strada tra lo spogliatoio e la minuscola casa in riva al mare, che vennero rimossi interamente nel marzo 1986 per motivi di natura igienico-sanitaria.

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Calamosca è una spiaggia del comune di Cagliari, situata a circa 4 km di distanza dal centro cittadino. La spiaggia è collocata nel mezzo di una piccola insenatura delimitata da una scogliera a ovest e dal colle di Sant'Elia a est. Nelle vicinanze sorge l'omonima torre di Calamosca, edificata dagli spagnoli nel XVII secolo come parte del sistema difensivo anti-barbaresco del golfo di Cagliari.

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Il parco regionale dei Sette Fratelli - Monte Genis, su cungiau regionali de Is Setti Fradis - Monti Genis in sardo, con i suoi 58,846 ettari di estensione, è tra i più estesi parchi della Sardegna.
Il parco si estende a sud-est della provincia di Cagliari e interessa nove comuni. Occupa parte del Sarrabus e del Campidano di Cagliari. È una zona poco abitata; l'unico centro abitato di tutto il parco è Burcei, che risulta completamente circondato dal parco. La strada principale che attraversa il parco è la SS 125.
Quasi tutti i monti del parco non raggiungono i 1000 metri d'altezza. Le uniche montagne che superano questa quota sono il monte Serpeddì, un monte aguzzo che domina il basso Campidano e il golfo degli Angeli, che tocca i 1069 metri d'altezza, e punta Sa Ceraxa uno dei Sette Fratelli, che raggiunge i 1016 metri.
Nel parco scorrono diversi ruscelli che poi danno vita ad alcuni corsi d'acqua di media importanza con una portata maggiore, come per esempio il rio Su Pau che sfocia nel territorio di Quartu Sant'Elena in località Flumini.
Le montagne sono ricoperte per la maggior parte da macchia mediterranea, composta da leccio, sughera, corbezzolo, viburno.
Queste montagne sono l'habitat naturale del cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus), sottospecie del cervo europeo. Al censimento dell'Ente foreste della Sardegna del 2007 sono risultati circa 2145 esemplari. Altri mammiferi presenti sono il gatto selvatico, la martora, il cinghiale, il daino. Il muflone, reintrodotto nel 1987 sul Monte Genis, sta aumentando di numero.

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Chia o Baia di Chia è una località costiera della Sardegna meridionale, frazione del comune di Domus de Maria, nella provincia del Sud Sardegna. Ubicata sul lato occidentale del golfo degli Angeli, è una rinomata località balneare della costa meridionale della Sardegna.
Il piccolo insediamento di Bithia rappresenta uno dei più importanti siti archeologici della Sardegna meridionale. Probabile insediamento nuragico, a partire dal secolo VIII a.C. divenne dapprima una città fenicia, poi punica e, infine, romana e rappresentava lo scalo marittimo intermedio nella rotta di circumnavigazione che collegava le città di Nora e Karalis a quella di Sulki. Come le altre città costiere meridionali dell'età antica (con l'eccezione di Karalis) vide il suo progressivo declino a partire dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente.
Dell'antica Bithia restano oggi i resti portati alla luce dagli scavi che testimoniano l'esistenza di due templi e un tofet, oltre alle abitazioni. La parte principale dell'insediamento è ubicato nell'isolotto di Su Cardulinu, altri resti sono ubicati nel promontorio di Chia.
Nel 1639 fu eretta nel promontorio la torre di Chia. La costruzione faceva parte della rete difensiva composta dalle torri costiere, allestita fra i secoli XVI e XVII dalla Corona di Spagna contro le incursioni dei corsari barbareschi. La torre di Chia era dotata di due cannoni.

To See & To Do


Monumenti e siti di interesse turistico a Cagliari e provincia.
Lo staff della Marina consiglia ai propri soci la visita ai più importanti monumenti di Cagliari e provincia, testimonianze del passato Romano e Sabaudo della città.
I lasciti Greci e Punici nell’area urbana e in provincia con l’antica città di Nora e la necropoli di Tuvixeddu danno uno spaccato della presenza in Sardegna di queste importanti culture.
Meritevoli di visita i più importanti siti naturalistici, dal Parco di Molentargius, primo sito di nidificazione in Italia dei fenicotteri rosa, al Parco dei Sette Fratelli a pochi chilometri da Cagliari, uno degli areali degli ultimi esemplari di cervo sardo in libertà.
La spiaggia del Poetto, lido urbano tra i più estesi d’Italia, e i litorali verso Villassimius e Chia con le numerose calette e spiagge offrono relax e scorci naturalistici di rara bellezza.

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